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Concept di GenomART
(arch.M.Coraggio - dott.C.Quadrino - arch.G.Vizzone)


In un epoca, la nostra, in cui la scienza e la tecnologia raggiungono traguardi sempre + spinti, se da un lato ciò xmette il raggiungimento d’importanti traguardi sempre + velocemente, dall’altro, ma non sempre di pari passo, alza il livello d’attenzione ed il bisogno di maggiore chiarezza sull’uso che se ne fa e, soprattutto, su quanto quest’uso incida nella vita dell’uomo, se in bene o in male. GenomART nasce + o - così dalla fantasia di tre amici, profondamente consapevoli del particolare momento di relatività intellettuale in cui vivono, che legati dal comune interesse dell’Arte intendono rapportarsi con le grandi tematiche sociali. Un laboratorio spontaneo, dunque, di ricerca estetica che attinge nelle tematiche della genesi, o xlo- nella ricerca della semantica dell’infinitamente piccolo che si avvicina all’infinitamente grande, entrambe in codice. Allargare l'orizzonte della nostra ricerca di "massa critica" sull'argomento della genetica contemporanea e dei suoi risvolti: le implicazioni pratiche da un lato, x tutto ciò che ne riguarda l'uso effettivo (neo-mutazioni, transgenetismi, ecc.) ed etico/filosofiche dall'altro, con il traguardo previsto dell'interpretazione delle origini della vita (vedi il "Progetto Genoma"). C'è chi ha indicato la mappatura genetica come l'interpretazione del linguaggio divino!? Noi ci siamo chiesti: quale ruolo l’Arte può e, secondo noi, deve necessariamente assumere in questi processi? ..sociale, acritico, mediatico, ecc.? L’interpretazione del codice diventa così un aspetto determinante della ricerca di GenomART. Genetica ed arte. Meglio ancora, la genetica dell’Arte. Spesso ci chiediamo se sia possibile individuare nell’oxa di un artista quei codici genetici che la hanno generata. Ciò nasce dalla convinzione, ad esempio che Internet, in nuce la + grande oxa di net-art, ricalca seppur con diversa tecnologia gli stessi criteri che generano la maglia neurale di un cervello umano. C’è dunque un filo conduttore che ai vari livelli d’esistenza unisce tutto? Forse allora l’artista ha già tutto dentro e non potrebbe esprimere altro che quello che ha già e non sa di avere? La nostra prima esigenza è stata, allora, la necessità di sinapsi con il prossimo. Instaurare un discorso condiviso con altri (vedi la Tela Infinita). Così, l’uso della tecnologia delle reti, la + avanzata a disposizione x adesso, diventa x noi la fonte quasi inesauribile di ricerca. La cultura digitale determina che l’Arte sposti “suo malgrado” lentamente il proprio baricentro verso il confine tra il reale e il virtuale. Si rafforza il concetto di Transmediale cui ci riconduciamo fortemente. Uomo e macchina. Distinti e separati, ma accomunati dallo stesso destino: la convivenza

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